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Costruiamo un clone delle Sonus Faber Minima FM2 (Seconda Puntata)

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Sommario Audio Review 363

Audio Review 363: Costruiamo un Clone delle Sonus Faber Minima FM2

L'articolo inerente il Clone delle Sonus Faber Minima FM2 (Seconda Parte) è stato gentilmente concesso in pubblicazione sulle pagine di AUDIOtekworld dal Direttore: Mauro Neri. Originariamente fu presentato sul numero 363 da Roberto Messineo come articolo DIY. All'interno sono presenti, oltre alla realizzazione del clone step by step, differenti spunti didattici arricchiti da teoria e pratica con a corredo una ricca gallery di misure. Buona lettura!

Clone Sonus Faber copertina Audio Review 363

Sommario Audio Review 363

Nella seconda puntata del Clone delle Sonus Faber Minima FM2 si affronta un argomento tecnico-teorico con applicazione pratica. Confronto Fra due differenti lunghezze del condotto di accordo e relativa frequenza di risonanza; analisi tempo-frequenza.

 

"La teoria è quando si sa tutto ma non funziona niente. La pratica è quando funziona tutto ma non si sa il perché. in ogni caso si finisce sempre con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perché." 

Rifacendomi ad una frase del celebre Albert Einstein, ritorno sul Clone delle Sonus Faber Minima FM2 cercando di chiarire una serie di punti fondamentali, che nella prima puntata sono stati “diluiti” all’interno di un approccio teorico/pratico che probabilmente ha portato a perdereli di vista.

Il volume netto interno del diffusore di 7l e la frequenza di accordo di 44Hz raggiunta con un condotto d’accordo avente dimensioni di: 50x230 mm (formato dalla combinazione di un condotto commerciale da 50x130 più un gomito idraulico), sono i tasselli  fondamentali appurati nella prima puntata. Proprio in quest’ultima, ho eseguito una serie di confronti e prove per prendere atto del reale impatto che le perdite causano sulla resa del diffusore, ed una prova comparativa variando la dimensione del condotto (mantenendo invariata la dimensione del diametro) per verificare le variazioni sulla resa in gamma bassa. Alla fine una e una sola frequenza d’accordo è stata stabilita, dunque un condotto con dimensioni ben precise (poc’anzi citato) per raggiungere la frequenza d’accordo desiderata (Fb=44Hz). Un riassunto immediato, questa volta in chiave risposta in frequenza del condotto (considerando le due differenti frequenze d’accordo) e risposta alle basse frequenza del ca12rcy in cassa, lo possiamo fare visionando il grafico di Figura 1.

clone sonus faber minima confronto accordo

A parità di diametro del condotto aumentando la lunghezza di quest’ultimo, la Fb del sistema diminuisce in frequenza, avendo dunque la curva in viola che manifesta una Fb=62Hz (130 mm accordo in linea con la versione originale delle minima), mentre invece la curva in verde manifesta una diminuzione della Fb che risulta essere a 36Hz (350 mm ulteriore modifica al condotto per eseguire prove di laboratorio).

[ Figura 1 ]

In rosso e blu le due risposte near field (per comodità di scrittura utilizzeremo la notazione NF) del ca12rcy, in viola e verde le risposte NF del condotto. La differenza sostanziale per quanto riguarda le NF del ca12rcy sta nel fatto che l’accordo varia, com’è possibile notare dallo spostamento verso sinistra del dip alla Fb. Interessante, inoltre, il confronto diretto fra le due curve di risposta in frequenza dei due condotti. La curva verde (condotto da 35cm utilizzato per soli scopi di investigazione/laboratorio) mostra un minor livello di emissione ad una frequenza d’accordo minore rispetto alla curva viola, ed inoltre presenta una serie di picchi, il primo centrato ad una frequenza di circa 600Hz, a seguire gli altri picchi centrati a frequenze superiori. Il primo del “treno di picchi”, dovuto alla risonanza principale del condotto, si presenta in maniera particolarmente marcata, ed a un livello maggiore rispetto l’emissione del condotto stesso. Tali risonanze dei condotti sono sempre presenti in maniera più o meno marcata, per ridurle bisognerebbe realizzare condotti a sezione rettangolare o esponenziale, magari prediligendo materiali di consistenza e spessore differente dalla comune plastica che caratterizza la maggior parte dei tubi reflex. Per ultimo, da tenere in conto che le spurie sono parecchio direttive, dunque variando la posizione del microfono è possibile notare una significativa diminuzione.   

Analizziamo il decadimento energetico nel tempo per la comparativa eseguita sui condotti d’accordo. Ciò che è stato esposto precedentemente trova una contro conferma, dando il corretto peso alla tipologia di misura eseguita che ricordo essere una near field, dunque con microfono a filo del condotto, ma non inserito all’interno di quest’ultimo, dunque, ovvia la presenza di così tante spurie.

Clone Sonus Faber minima waterfall condotto 36 cm

Waterfall condotto 36 cm; da notare il “treno di picchi risonanti” il primo dei quali centrato a 600Hz di ampiezza, addirittura, maggiore dell’emissione principale del condotto.

[ Figura 2 ]

 

Clone Sonus Faber minima waterfall condotto 13 cm

Waterfall condotto 13 cm; da notare la non presenza di risonanze spurie nell’intorno 1 kHz, diminuendo la lunghezza del condotto.

[ Figura 3 ]

La Figura 2 e 3 rispettivamente waterfall condotto da 36 cm e waterfall condotto da 13 cm, ci dà una chiara interpretazione dell’andamento temporale della risposta in frequenza dei condotti che partendo dal tempo zero si sviluppa tridimensionalmente, facendo notare che i picchi di risonanza si allungano per ben 30ms prima di attenuarsi ad un livello soddisfacente (Figura 2). Le cose cambiano, in meglio, accorciando il condotto fino a 13 cm (Figura 3) la waterfall questa volta presenta una quasi totale assenza di risonanze spurie, il decadimento, a parità di asse temporale  (fino a 30ms), è esente da code che si strascicano nel tempo.

Clone Sonus Faber minima waterfall condotto

Waterfall condotto 23 cm; la presenza della risonanza centrata a 600Hz diminuisce, inoltre è possibile notare come la seconda risonanza centrata nell’intorno di 1 kHz, sia quasi del tutto attenuata.

[ Figura 4 ]

In media stat virtus, la virtù sta nel mezzo! la Fb si attesta a 44Hz ovvero proprio in mezzo fra i 62Hz dell’originale e i 36Hz delle prove eseguite. Il picco a circa 600Hz è ancora presente e ben visibile, questa volta il decadimento, avendo fissato i 30 ms sull’asse temporale, sembra essere più veloce rispetto al precedente (Figura 2), almeno per quanto riguarda le risonanze centrate da 1kHz in su (Figura 4).  

Tirando le somme, da questo confronto è possibile prendere atto di ciò che avviene forzando oltre modo con l’accordo, inoltre ricordo che si tratta di un diffusore bookshelf di piccole dimensioni, il wooferino che monta è un 4”, con una frequenza in aria libera di circa  57 Hz. A che pro accordare un woofer di tal tipo a quasi 35Hz? Si rischia di avere, a quelle frequenze, un’escursione non controllata, una MOL un po’ troppo sotto tono e come mostrato, delle ripercussioni sulla risposta del condotto. Per tal motivi in taluni casi meglio mantenersi con frequenze di accordo umane, in modo da conferire un allineamento soddisfacente alle basse frequenze e non incorrere in problematiche di diversa natura. Ogni diffusore ha uno scopo ben preciso, il clone non ha sicuramente lo scopo di coprire frequenze ultra basse a mo di Sub-woofer, snaturando le reale performance che potrebbe avere adoperando il ca12rcy correttamente.       

Vediamo adesso di andare oltre ed analizzare acusticamente i due altoparlanti: Seas CA12RCY ed il Dynaudio D28SF.

 

 

  

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